Nella meditazione possiamo incontrare la delusione.
Ma non solo, ho visto che la si può incontrare in tanti altri ambiti quotidiani, che vanno dall’appuntamento disdetto dai tecnici Tim all’ultimo momento, dal tuo amico di fiducia che tradisce appunto la tua fiducia, al pigiama come regalo di natale, ai due di pic adolescenziali, al tuo primo concerto con la tua prima rock band che ha come pubblico solo il padrone del locale umanamente imbronciato (e potrei continuare con la “playlist delusione” ad libitum, ma mi fermo…).
Tante varie forme di delusione che toccano e partono da un’unica “astronave madre” che è la radice di tutte le delusioni e che è racchiusa nella sofferenza che sentiamo quando la vita con i suoi eventi o noi stessi con i pensieri o con le nostre azioni “suoniamo quella nota corda deludente”.
Come affrontare allora le delusioni della vita?
Appunto mentalmente possiamo “affrontarle” dichiarandogli guerra con un senso di rivalsa, trovando il capro espiatorio, il colpevole da condannare che nella maggior parte dei casi siamo noi stessi e in questo conflitto interiore che tutto fa tranne che sanare la delusione la sofferenza si propaga come le fuoriuscite di petriolio nel mare.
Le strade della sofferenza sono note e ripetitive, ma possiamo scegliere una nuova via di pace che passa dall'ascolto di queste note dolenti.
Ascoltarle senza fare nulla, senza cercare di sanare qualcosa, senza cercare di comprenderle o di non sentirle.
In sintesi lasciamo fuori lo zampino della mente egoica che é contaminata da delusioni su delusioni e appoggiamo nello spazio della Presenza.
Praticare come sempre all'inizio e con costanza dalle piccole sensazioni fisiche mosse per esempio dal gatto che non si fa accarezzare.
Buona pratica e soprattutto buona Costanza, che non é una piacevole figura femminile ma ingrediente fondamentale per coltivare la pace in noi e fuori di noi.
-Ale
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