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Immagine del redattoreAlessandro Achilli

Usare la meditazione come "self upgrade"

“Sono regredito nella pratica della Meditazione” o: “Sono meno in pace e meno consapevole rispetto a qualche tempo fa”.

A chi di voi pratica la meditazione sono mai venute su queste interessanti osservazioni? Io ho avuto e ho la fortuna di averle come compagne di viaggio (volevo scrivere di bevute ma meglio di no…).

Credo questo sia questo un altro giochetto interessante della umana-mente egoica, ossia quello di usare la meditazione come una sorta “self building” per diventare un uomo o una donna migliore di qualche tempo fa, portando con se subdolamente il fatto (certe volte) di essere addirittura migliore degli altri tipo: ”Ah no! Io al contrario sono un raffinato, sensibile ed elevato essere spirituale”.

Ovviamente vi è l'altra faccia della medaglia quando la pratica non soddisfa le aspettative, quindi sebbene mediti non sono un uomo poi così tanto migliore o quantomeno potrei essere anche “non migliore di quando ero migliore e meditavo bene” (si dice? Speriamo di si..) o: “Non sono e vorrei essere come quel maestro lì”.

Ciliegina sulla torta poi vi è la modalità “angelo caduto dal cielo” in cui dici: ”Povero me sono ricaduto nell’inconsapevolezza, sono un comune mortale anche io...sigh!”

Insomma morale della favola “l'ego spirituale” o “Alessandro Spirituale” o “Sigismondo spirituale”(chiamatelo come volete) si mette al comando nel tempo passato-futuro alla ricerca di un uomo migliore che ora ovviamente non é o si da anche “l’illusione spocchiosa” di essere arrivato e di essere effettivamente un uomo migliore (di chi poi non se sa).

Comunque ecco! Oggi vi condivido questa riflessione e se avete le vostre riflessioni o domande in merito le aspetterò come sempre con gioia qui nei commenti.

Vi auguro un buon inizio di settimana fatto di tanti “qui e ora”.

-Ale



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