Teoricamente quando sono in pace, niente pensieri in testa o quantomeno pochissimi e le strade della mente sono silenziose come quelle di un paesello di campagna in piena notte.
Adesso andiamo a vedere l’esatto opposto, ossia quando posso affermare che sto meditando male?
Sempre teoricamente quando i pensieri intasano la mente come il Grande raccordo anulare all’ora di punta, quando nel corpo vi é un subbuglio e tra le varie opzioni la più appetibile è quella di alzarsi in piedi e mandare tutto a quel paesello (ovviamente non il tranquillissimo paesello di campagna che ho citato precedentemente.).
Semplici queste due distinzioni del meditare bene o male vero? Ma sono vere? Forse sotto sotto sto pretendendo qualcosa dalla meditazione?
Sto aspettando un risultato? Una sorta di guarigione? Una luce dal cielo?
Forse sì e forse è proprio questa aspettativa ad allontanarmi dalla meditazione, forse uso l'aspettativa per non stare in quello che c’è, ed é vero che le peggior meditazioni paradossalmente sono le migliori.
Ora non è che ovviamente aderisco al masochismo e quindi vado alla ricerca della matassa da sbrogliare ma semplicemente e come ho sempre scritto in svariati fantastiliardi di post, sto con quello che c’è e se non ci sto…ci ristò con tanta pazienza.
Ecco una piccola riflessione di inizio settimana che secondo me non ha a che vedere solo con la meditazione ma proprio con il quotidiano vivere..
-Ale
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