Spesso attribuiamo a Dio solo le cose belle come l’amore, la felicità, la giustizia divina, il creato e la vita tutta, escludendolo quindi dalle esperienze intense come la morte, la guerra, la malattia, la sofferenza e le ingiustizie.
Spesso anche noi stessi quando attraversiamo periodi o esperienze difficili ci appelliamo a Dio chiedendogli “dove sei?” non rendendoci conto che Dio è proprio li in quel dolore, in quella perdita, in quello smarrimento, in quelle lacrime e in quelle emozioni difficili da gestire.
Rendersi conto che Dio è ovunque può portare a un profondo senso di pace, all’accoglienza totale di ogni esperienza e a un ascolto che non esclude le cose meno belle da quelle belle poiché in verità l’esclusione porta con sé la separazione e la separazione porta con sé sempre altra sofferenza.
Spesso Dio ci parla più profondamente quando tocchiamo il fondo e attraverso quel dolore che se non rifuggiamo diventa un'opportunità di rinascita, un'opportunità di compassione umana più grande.
Chi pratica la Consapevolezza sa benissimo dalla propria esperienza fisica, che una densità nasconde in sé tantissima Vita che se lasciata andare nutre ogni cellula del proprio Essere portandoci a nuove comprensioni e verso nuove leggere profondità.
Forse questi tempi così intensi e ricchi di cambiamenti servono a farci diventare degli ottimi ascoltatori oltre che di musica anche di Dio, poiché come sempre mi piace citare direi che in principio non era il verbo ma l’ASCOLTO.
Allora buon Ascolto e buona vita
-Ale
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