Io di latino non ci capisco nulla però da profano in materia mi sono andato a vedere l’etimologia della parola “emozione”.
Quindi- emozione viene da: emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori.
Ora “portare fuori” buffamente (e non so perché) lo associo molto alla tipica frase “portare fuori l’umido il lunedì e la plastica il giovedì”.
Non vorrei che da questa osservazione passi che le emozioni siano spazzatura, ma vorrei solo spostare l’attenzione oggettivamente sulla particolare condizione umana in questo preciso momento storico.
E la domanda che mi viene su é: “Cosa sta portando fuori ora l’umana stirpe?”.
Umanamente ripudio la guerra, ripudio gli atti disumani privi di etica che si leggono sui giornali o che certe volte vedo e sento nelle strade, ma non so perché ultimamente da questo ripudio mi viene su una domanda...Mi chiedo nel mio piccolo, cosa porto fuori? Ma anche: “Cosa non porto fuori e accumulo?”.
Ho potuto osservare in me che il dolore che portavo (o che porto) fuori é in verità il dolore che dentro non avevo potuto accogliere e ascoltare. e quando ciò accadeva credevo di aver perso “il treno dell’etica” per poi scoprire dopo vari treni persi che qui nell’adesso non si perde nulla, qui nell’adesso non é mai troppo tardi.
Non é mai troppo tardi per portare l’ascolto in se stessi verso quelle parti che chiedono ascolto attraverso il fisico, attraverso la sensazione fisica.
Ho scritto molti post simili a questo, ma é sempre bello e importante ricordare e ancora ricordare, qualcosa di prezioso, un po' come fanno molti saggi anziani che per un’intera esistenza ricordano ai più ciò che merita di essere ricordato.
Felice vita a tutti!
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