Perché é proprio nei "momenti bui della nostra anima" che bisogna meditare?
Perché quando stai male e con il sederino a terra é proprio lì che devi praticare l’essere presente?
Appunto perché?
Va da sé che posso essere meno presente quando le cose vanno diciamo bene o sono quanto meno lineari.
Va da sé che quando le cose vanno meno bene o proprio male delego alla meditazione e alla pratica la risoluzione di quel malessere o quanto meno pratico la consapevolezza solo in casi particolari…
Insomma faccio accendi e spegni della presenza a seconda delle necessità, un po come il riscaldamento in casa quando é un po' ' più freddino.
Faccio questa riflessione in questo Venerdì Santo così...tanto per condividere con voi un meccanismo interessante che ho visto agire in me.
Un “me” che spesso usava la meditazione come scialuppa di salvataggio o come medicina guaritrice, “trasmutatrice alchemica del vile metallo in oro” (Madonna che ho scritto…manco io lo so…).
Insomma se poi anche questa medicina non funzionava erano “vegetali amari”
Su via, lascio andare questo breve spunto come una piuma sull’acqua e spero possa accendere in voi degli spunti che accoglierò qui nei commenti con un allegretto andante”.
Buon tutto!
-Ale
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